Abbiamo avuto l’opportunità, come i tanti altri cittadini presenti, di partecipare a un incontro promosso dalla sezione del PD di Torre Spaccata-Torre Maura, in data 16 marzo 2022, avente per oggetto la discussione sulle centralità urbane (ovvero quegli strumenti urbanistici tramite i quali l’amministrazione del Comune di Roma ridistribuisce sui territori le cubature residenziali, di servizi e flessibili previste dal PRG) del quadrante Sud-Est, da Tor Vergata a Torre Spaccata.
Ringraziamo Giovanni Amici, il presidente della sezione del PD Torre Spaccata – Torre Maura, per aver promosso e organizzato l’evento: indipendentemente dal colore, riteniamo che sia un bene che la politica avvii il confronto con i cittadini partendo dal territorio.
Sono intervenuti durante l’incontro: Mariano Angelucci, consigliere capitolino del PD, Erica Battaglia, consigliera capitolina del PD e presidente della Commissione Politiche Sociali, Ivana Della Portella, presidente del CdA di Zetema, Maurizio Veloccia, Assessore Capitolino all’Urbanistica e Sabrina Alfonsi, Assessora Capitolina all’Ambiente.
Moderava l’incontro il capogruppo al VII Municipio del PD, nonché Presidente della Commissione Municipale Urbanistica, dott. Marco Poli.
Pur con delle sfumature sicuramente differenti, frutto di esperienze e impegni personali e politici passati, la linea proposta dai consiglieri di maggioranza è risultata chiara: la centralità prevista per il Pratone di Torre Spaccata non deve essere considerata un pericolo, bensì un’opportunità.
Le ragioni avanzate, per le quali questo sarebbe vero, sono svariate, ne citiamo alcune: esistono cubature e cubature, e sicuramente quelle edificate dagli Studios sono diverse da quelle a carattere residenziale (che poi in realtà ci potrebbero essere lo stesso, data la previsione del PRG, ma in quantità ritenuta minima, un 20% del totale del SUL); viviamo in quartieri residenziali privi di servizi, è ora di colmare questo gap; Cinecittà non è una bottega, è un brand internazionale che deve tornare a competere con Hollywood, rafforzarla vuol dire rafforzare Roma intera (sullo sfondo nel frattempo gli studios proiettavano in cielo delle luci surreali, che gli abitanti del quartiere conoscono bene: sono le luci del GF!); il Pratone è la porta del ben più importante Parco di Centocelle, la centralità può aiutare a completare il suo progetto tutt’oggi incompiuto (ricordiamo che l’apposizione del Vincolo Ad Duas Lauros sul PAC risale al 1994 e che la realizzazione del PAC spetta di diritto ai cittadini, con o senza la centralità di Torre Spaccata). Insomma, l’amministrazione suggerisce di non creare dicotomie ambiente/sviluppo economico, di non dire solo no, di vigilare insieme alla cittadinanza attiva sullo sviluppo del progetto.
Non è stato un monologo, tutti potevano intervenire: dal CdQ al singolo cittadino, in diversi hanno manifestato le loro osservazioni, alcuni le loro preoccupazioni. Il ricordo di progetti lanciati e incompiuti brucia vivo sulla pelle di tutti, la paura che il Pratone possa diventare uno di questi rimane. Il timore che le cubature sul Pratone possano addirittura aumentare, in compensazione a quanto CDP lascerà sul piatto per la partita del PAC, è lecito.
Giusto è ricordare che questa area va innanzitutto bonificata, perché oltre che di fauna e storia è ricca di rifiuti, anche pericolosi, come l’amianto, di cui è stata dato un riscontro visivo.
Nonostante questo, ci sembra di poter dire che il messaggio finale sia stato il seguente: attendiamo la presentazione del progetto degli Studios e una volta presentato cerchiamo di ridurre al minimo il potenziale impatto negativo che potrebbe avere sull’area.
Speravamo, onestamente, ci fosse l’ambizione di essere protagonisti e propositivi, di immaginare da subito un’alternativa: così non è stato.
Concluso il dibattito, che per ovvi motivi di tempo non poteva essere più esaustivo di così, rimaniamo con alcune domande, alle quali speriamo possano darci risposta gli interlocutori sopracitati:
- è vero, viviamo in un quadrante in cui spesso i quartieri sono dormitori, ricchi di case e poveri di servizi. Ma siamo sicuri che l’unica soluzione a questa mancanza, che i cittadini subiscono e della quale non sono in alcun modo responsabili, possa essere colmata solo mettendo cemento su una delle poche aree rimaste verdi, piuttosto che riqualificando una delle tante aree abbandonate presenti nei dintorni?
- il PRG è stato uno strumento partecipato e complesso, ma tutti sappiamo che risale al 2008. Come da poco ha detto agli organi di stampa[1] anche Roberto Morassut, che ne fu uno dei principali artefici, siamo sicuri che l’attuale quadro congiunturale non abbia modificato le esigenze del territorio?
- le recenti modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione hanno inserito la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali della Carta: perché le previsioni di un datato PRG dovrebbero valere su un diritto costituzionalmente garantito? Siamo sicuri che non servirebbe, per questa come per altre aree, rivalutare le previsioni del PRG?
- i fondi del PNRR devono essere destinati a progetti che creino valore e sviluppo per le aree cui sono destinati: siamo sicuri che il ritorno economico dell’edificazione di 5 teatri di posa sia superiore a quello legato alla nascita di un Parco Archeologico di circa 200 ha?
- in campagna elettorale, sull’onda emotiva della pandemia e in linea con la priorità di quel momento, la crisi ambientale, si parlava della necessità di non impermeabilizzare nuove aree, di non creare nuove isole di calore, di non aumentare lo squilibrio che già pur esiste tra consumo di suolo e verde pro capite a disposizione di ogni cittadino: siamo sicuri che realizzare su una centralità su un’area ancor verde, sia la strada giusta da seguire per raggiungere questi obiettivi?
- ha senso di parlare di investimenti in infrastrutture sostenibili, se queste infrastrutture vanno a compromettere l’equilibrio di un ecosistema sostenibile per eccellenza, come un Pratone?
- la sacrosanta bonifica del territorio, inquinato a causa della mancanza di controllo della proprietà e per la scarsa vigilanza delle istituzioni, deve essere scontata dai cittadini concedendo una parte del loro unico polmone verde a chi vuole costruirci sopra, o gli spetta di diritto?
- CDP, partecipata all’82% dal MEF, agisce seguendo logiche di mercato o mantiene, come il suo statuto prevede, una certa attenzione nei confronti delle istanze dei cittadini?
Sappiamo che il percorso per rendere il Pratone parte integrante di un sistema di verde è in salita, sappiamo che in questa storia non esistono buoni e cattivi e che la nostra voglia di rivendicare quella che riteniamo essere un’istanza civica legittima potrebbe essere strumentalizzata dalla politica.
Non ci interessa, perché riteniamo che questa sia la cosa più giusta da fare: saremo ideologici, come ci è stato detto, ma forse solo per chi è così testardo da non volerci ascoltare. Ci piace piuttosto pensarci idealisti.
Non siamo contro il cinema o lo sviluppo economico: siamo a favore di uno sviluppo che non comprometta ulteriormente la qualità della vita dei cittadini.
Come sempre disponibili al confronto, attendiamo una risposta dalle istituzioni.
Stefano Becchetti
Presidente del Comitato per il Pratone di Torre Spaccata Parco Archeologico e Naturalistico
[1] https://www.romatoday.it/politica/piano-regolatore-morassut-modifiche-proposte-.html