Il Pratone di Torre Spaccata è, tranne pochi lembi di territorio, quanto rimane dell’espansione della città verso Est, avvenuta negli anni ’60 – ’70 del secolo scorso.
Situato nell’attuale Municipio VI, tra Viale Palmiro Togliatti e Via di Torre Spaccata, è una superficie di circa 50 ettari di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti soggetta, allo stato attuale in ragione dell’edificabilità dell’area, ad un possibile insediamento edilizio.
L’area ha subito una evoluzione morfologica legata prevalentemente all’azione dei corsi d’acqua che dal settore del Colli Albani confluiscono nell’Aniene determinando la formazione di piccole valli a debole pendenza interessate da depositi alluvionali alternati ai depositi piroclastici finali provenienti dal complesso vulcanico laziale.
Negli ultimi decenni, la pressante espansione edilizia è stata causa di un completo stravolgimento della originaria morfologia: la maggior parte dei fossi sono stati riempiti da materiali di risulta provenienti dai cantieri limitrofi mentre i corsi d’acqua più importanti sono stati deviati e quasi tutti convogliati in conduttore interrate come avvenuto per il Fosso di Centocelle che tutt’ora corre intubato sotto l’importante asse viario di Viale Palmiro Togliatti.
Il settore sudoccidentale dell’area è quello che ha subito le modifiche più importanti e lo spessore dei materiali di scarto raggiunge i 3 metri circa a differenza del versante orientale che invece non ha subito lo sversamento di materiali edili, come emerso durante gli scavi archeologici alla fine degli anni ’90 e finalizzati allo studio dell’area nell’ambito del programma urbanistico denominato S.D.O..
La continuità naturalistica del Pratone di Torre Spaccata con il Parco Archeologico di Centocelle, divise tra loro dal congestionato “spartiacque” di Viale Palmiro Togliatti, non fa che esaltare le potenzialità ecologiche delle due aree verdi: autentico corridoio naturalistico per la fauna che dai Castelli Romani riesce a raggiungere l’interno della città eterna.
Studi sulla avifauna effettuati dal WWF sul limitrofo Parco Archeologico di Centocelle hanno rilevato la presenza di numerose specie di uccelli: l’Allodola, la Cappellaccia, la Pispola, il Saltimpalo, lo Strillozzo, la Pavoncella e nel periodo di passo migratorio, lo Stiaccino, il Codirosso comune, il Culbianco, l’Upupa, l’Averla piccola e l’Averla capirossa.
La parte più interna del Pratone presenta cespuglieti, arbusteti caducifoglie e alberature sparse e a boschetto dove prevalgono specie infestanti: Ailanthus Altissima e Robinia Pseudoacacia. Nelle zone più esterne ad Est e ad Ovest si riscontrano le medesime caratteristiche del Parco Archeologico di Centocelle, analogie legate alla vicinanza ai complessi urbani che inibiscono la crescita di specie vegetali più complesse o selvatiche.
Nella parte più a est sono presenti praterie termofile caratterizzate da Verbascum sinuatam, Hypericum perforatum e Calamintha nepeta, più in generale risultano presenti essenze tipiche della campagna romana: la Finocchiella Selvatica, la Rughetta selvatica, il Ravanello selvatico, la Piantaggine lanciuola, il Geranio selvatico, il Tarassaco e diversi tipi di cardo. Al fine di mettere in evidenza la valenza ambientale del Pratone di Torre Spaccata sono auspicabili in futuro studi ambientali scientifici e dettagliati dell’area.
Il Pratone, autentico polmone verde di una periferia oramai inglobata nella città metropolitana, riveste un enorme ruolo nel combattere le alte concentrazioni di particelle inquinanti come più volte dimostrato, secondo gli studi recenti effettuati dall’ARPA regionale del Lazio, dai valori rilevati dalle centraline di rilevamento poste a Largo Preneste e Cinecittà. Dal quadro complessivo emerge che il Pratone di Torre Spaccata rappresenta una grossa porzione di territorio che non può, data la sua valenza ecologia, essere intaccata da interessi speculativi miranti alla edificazione di strutture abitative e commerciali.
Il quadrante Sud-Est di Roma, con le criticità legate alla sua alta densità abitativa, non può fare a meno della presenza “verde” del Pratone di Torre Spaccata a completa fruizione da parte di una cittadinanza troppo a lungo dimenticata nelle sue istanze per un sano ed equilibrato modello di società dove attenzione e cura per l’ambiente sono parti imprescindibili.